Storyboard animato

René Magritte è fra noi

Questo progetto è stato realizzato per un evento espositivo al LAC di Lugano, la mostra su René Magritte, e aveva, per obiettivo, la sua promozione mediante i social media, con la creazione di un video virale. Mi sono servito di schizzi animati, perché non volevo mettere freno alla fantasia e all'immaginazione; cercavo, inoltre, di ottenere ottimi effetti speciali, senza che vi fossero vincoli tecnici troppo complessi, per potermi concentrare esclusivamente sulla forza delle inquadrature.

Credo che la potenza di un film/animazione, di corto o lungo metraggio che sia, abbia, alla base, un buon soggetto e una buona sceneggiatura, seguita da uno storyboard, che permetta di valutare l'efficacia delle scene, delle inquadrature, del tempo delle sequenze e, infine, di ottenere una visione d'insieme sul ritmo del prodotto.

Se, al contrario, si considerano essenzialmente gli aspetti tecnici senza rispettare le tappe necessarie, si pongono forti limiti alle ambizioni e, di conseguenza, le idee vengono bloccate, senza che vi sia una buona coerenza stilistica e narrativa. Lo storyboard consente di aprire discussioni all'interno di un team e di prevedere in anticipo le difficolta tecniche e i costi di un film/animazione.

La trama di questa storia è ambientata a Lugano. Ho scelto, per tema, uno dei quadri più celebri di Magritte: Golconda. La storia inizia con i personaggi del dipinto, che volano sopra il cielo di Lugano e che, scendendo, si mescolano tra le persone nelle vie della città. Si recano infine al Museo del Lac, proprio per ammirare i dipinti del celebre pittore. Ma, davanti a Golconda, non riuscendo a scorgervi i personaggi, capiscono di esserne usciti, come se appartenessero ad una dimensione parallela. Infine, come per magia, saranno risucchiati lentamente all'interno del dipinto e rimarranno di nuovo congelati in quell'attimo.

Allestire l'esposizione di un artista equivale a riportarlo in vita da un passato, in cui ci si può anche tuffare, come se il tempo fosse liquido. Diventa possibile averlo fra noi o immergersi con lui in un determinato periodo storico. È stato molto interessante partire da questo celebre dipinto e creare un'animazione in cui lo spettatore possa contemplare, dai punti di vista di questi personaggi, scenari diversi e compiere movimenti surreali.

Infine, la scelta di farli parlare in dialetto ticinese serve a creare maggior stupore negli spettatori, proprio per il forte contrasto fra i loro anonimi vestiti cittadini, il cosmopolita surrealismo magrittiano e il colorito, provinciale e quasi abbandonato dialetto ticinese.

Sebbene la colonna sonora sia piuttosto semplice, penso contribuisca, comunque, a rendere l'atmosfera dell'animazione efficace, intrigante e tolga staticità ai disegni.